A cura di Pasquale Cogliani
Nel 2024 in Irpinia, terra dell’acqua, esistono ancora zone che non hanno l’acqua potabile, quella dell’Alto Calore. È così da oltre 30 anni per l’abitazione di Luigi Mustone ed altre case nella zona di Feudo Cortesano a Grottaminarda. Hanno dovuto scavare vari pozzi ma per bere o cucinare sono costretti a comprare l’acqua al supermercato. L’alternativa è raggiungere la casa dell’acqua più vicina, a cinque chilometri di distanza. “Siamo nel terzo mondo”, dice Luigi, “Qui, se salta la corrente si resta senza acqua, senza contare le spese ingenti per l’energia elettrica che occorre per far funzionare i pozzi. Arrivano bollette da capogiro” racconta. “Negli anni, abbiamo fatto richieste all’alto Calore e al Comune, anche con petizioni popolari ma senza risultati. Solo promesse prima delle elezioni poi il nulla. 30 anni fa l’Alto Calore ci chiese quasi 20 milioni di vecchie lire per poter portare l’acqua nelle nostre abitazioni, una richiesta allucinante”. Ora speriamo che si possa trovare la soluzione per il signor Luigi e gli abitanti delle case limitrofe. Il paradosso è che in Irpinia, terra di sorgenti cristalline, che dissetano non solo la provincia ma anche Napoli e la Puglia intera, ci siano ancora zone dove non c’è acqua potabile.